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Le donne e la scrittura, Maraini: “Levi Montalcini e Deledda due modelli”

di Redazione Espresso Italia
14/11/2025
Le donne e la scrittura, Maraini: “Levi Montalcini e Deledda due modelli”

Un’osservatrice attenta della realtà che, da molti decenni, grazie ai suoi numerosi romanzi è diventata la decana delle scrittrici italiane. Dacia Marain

i è ora in libreria con ‘Scritture segrete. Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola’ (Rizzoli), un nuovo tassello della sua lunga produzione. Un libro in cui presenta una carrellata di donne che, in tempi diversi, si sono imposte con la loro arte. Ma che, in molti casi, sono poi cadute nel dimenticatoio. Scrittrici, poetesse, mistiche – ma anche cortigiane, senza dimenticare le grandi romanziere dell’Ottocento e del Novecento – che sono uscite dall’ombra diventando dei modelli anche se poi sono state “cancellate” e “dimenticate”.

Ci sono ancora dei modelli femminili cui fare riferimento? Nel giorno in cui l’autrice de ‘La lunga vita di Marianna Ucrìa’ arriva al traguardo delle 89 candeline, Maraini risponde all’AdnKronos da Parigi. Con la premessa che è difficile individuare dei modelli universali, la scrittrice indica due grandi figure femminili che si sono distinte nei loro rispettivi campi d’azione: Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina nel 1986 e Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926. Rita Levi Montalcini, dice Maraini, “ha scritto di scienza, non è una romanziera, ma ha svolto un ruolo importantissimo per il pensiero femminile”. Prima che le assegnassero il premio Nobel “si pensava che la scienza fosse una cosa tipicamente femminile. Lei, invece, ha dimostrato che una grande scienziata può essere anche una donna. Ha rappresentato un passo avanti nella storia della scienza”.

Sul fronte invece delle letterate, Maraini segnala “Grazia Deledda che ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Entrambe hanno dimostrato che le donne possono essere eccellenti in mestieri considerati maschili per tanti secoli”, dice Maraini. Allargando la sua riflessione, Maraini prende in considerazione due altre scrittrici di cui si è occupata nel suo libro. La prima è “Matilde Serao, l’autrice de ‘Il Ventre di Napoli’, che è stata anche una grande giornalista”. Restando nella città partenopea Maraini parla poi “di Anna Maria Ortese: il suo libro “Il mare non bagna Napoli’ è un capolavoro, è un classico”. Ma per le donne, soprattutto in epoche passate, non è stato facile lanciarsi nell’arte della scrittura. “La creatività letteraria e artistica – osserva la scrittrice – non era considerata adatta alle donne che, invece, dovevano esprimersi soltanto nella maternità. Tutto il resto era pericoloso, rischiava di creare nelle donne consapevolezza e libertà di pensiero. Nel mondo dominato dai padri, la creatività era considerata una cosa negativa”.
‘Pescando’ nella lunga carrellata di donne che, con la loro arte, hanno inciso nel panorama culturale del periodo storico in cui hanno vissuto – da Madame de La Fayette a Natalia Ginzburg, per soffermarsi soltanto sulle protagoniste più recenti di una gallerie di volti che inizia con le grandi mistiche – non è facile trovare un prototipo femminile dominante. “In ogni epoca ce ne sono due o tre importanti”, dice Maraini. Il dato rilevante, però, è un altro. “Il problema – avverte Maraini – è sempre stato che nella maggior parte dei casi queste donne sono state dimenticate e cancellate”. Protagoniste che, quindi, hanno affrontato un destino ben diverso dai loro colleghi uomini che si sono imposti più facilmente. In altri termini, queste scrittrici “nella loro epoca sono state conosciute e amate, ma quando sono stati stabiliti i valori e i canoni culturali per le prossime generazioni non sono state considerate e sono scomparse. Basta guardare le antologie per le scuole: ogni venti scrittori uomini c’è solo una donna”. Un caso particolare che rappresenta questa tendenza è quello di Isabella Morra: una poetessa vissuta tra il 1520 e il 1546 che “nel suo tempo ha avuto una grande importanza però poi è stata dimenticata. E’ stata riscoperta da Croce”.Dalla riflessione sul passato a un breve accenno alle linee che segue la letteratura in questi anni. Quali gli argomenti più toccati dagli scrittori che si affacciano alla ribalta? “In questo momento – afferma Maraini – la letteratura parla molto della crisi della famiglia, un tema importantissimo. Sono in molte giurie di premi letterari e constato che nell’80% dei libri che leggo il tema trattato è la crisi della famiglia che, evidentemente, in Italia è una questione aperta. D’altra parte, gli scrittori raccontano dei problemi di un Paese e di un’epoca”. (di Carlo Roma)

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