(di Valentina Maresca)
(ANSAmed) – ROMA, 06 NOV – La voglia di amare che non muore
con gli anni giovanili, la coesistenza di due diverse comunità,
la biografia che diventa opera cinematografica sono le
direttrici di ‘Calle Malaga’, nuova pellicola della regista
marocchina Maryam Touzani che apre la XXXI edizione del MedFilm
Festival, a Roma da oggi fino al 16 novembre, e partecipa al
Concorso Ufficiale Amore & Psiche.
Per Touzani si tratta di un ritorno alla kermesse romana, cui ha
già partecipato con ‘Il caftano blu’. “È un festival cui mi
sento vicina per i valori che difende”, ha detto ad ANSAmed. Il
MedFilm “prova a celebrare e preservare la diversità culturale
attraverso il cinema indipendente e pone l’umano al centro delle
sue preoccupazioni. Sono valori ai quali aderisco pienamente, e
non vedo l’ora di farne parte”, ha aggiunto ripercorrendo la
genesi di Calle Malaga, “nato dal dolore e dalla mancanza” dopo
la morte improvvisa della madre a febbraio 2023.
“Ho continuato a dialogare con lei nella mia testa in
spagnolo, perché era la lingua che ci legava quotidianamente.
Ecco perché il film è in spagnolo. Avevo bisogno di continuare a
sentire questa lingua, e il personaggio di Maria Angeles, molto
ispirato alla mia nonna spagnola, Juana, che si era trasferita a
Tangeri quando aveva 7 anni, si è imposto per me in modo
naturale”. Calle Malaga è il nome della strada in cui era
situato l’appartamento della nonna di Touzani ed è quindi
cresciuta sua madre, cui la regista ha provato a riavvicinarsi
in una parte della sua vita di cui non è stata testimone.
“Penso che il cinema abbia la virtù di rendere le cose
eterne. Quando scrivo non c’è nessuna riflessione a monte, non
so mai dove vado. Mi lascio trasportare dalle emozioni
attraverso i miei personaggi”, ha detto ancora Touzani. “Mi
piace questo, lasciarmi trasportare da qualcosa che viene
dall’interno e mi trascende. C’è per me qualcosa di liberatorio,
e in Calle Malaga ho sentito questo con una forza particolare”.
A proposito della vecchiaia, uno dei temi del film, “penso
semplicemente che sia bella e che invecchiare sia un lusso, una
fortuna. Ogni ruga che si disegna sul nostro viso è una
consacrazione della vita che abbiamo il diritto di assaporare,
con la sua parte di gioie e dolori. Credo che la vecchiaia sia
un tabù e che si cerchi troppo spesso di nasconderla,
allontanarla. E che quando viene raccontata al cinema, spesso lo
si fa con uno sguardo triste. In Calle Malaga ho voluto
raccontare un’altra vecchiaia, quella che può anche essere
traboccante di vita e sfugge ai ceppi che spesso si cerca di
imporle”. Attraverso Maria Angeles, infatti, la regista ha
voluto “mettere in discussione lo sguardo della società
sull’invecchiamento, le aspettative e i pregiudizi che ne
derivano, e ho voluto celebrare la vita e l’amore, troppo spesso
percepito come al limite del rispettabile in età avanzata. Come
se, raggiunta la vecchiaia, non si avesse più il diritto di
desiderare e la sessualità diventasse viziosa, malsana, da
soffocare. Maria Angeles riscopre la sua sessualità nella
vecchiaia e ne gode. Questa riscoperta è tanto bella quanto
naturale”.
Nel nuovo lavoro di Touzani, la città marocchina di Tangeri
si fa metafora di convivenza pacifica di culture diverse: “Ho
voluto rendere omaggio anche a questa sconosciuta comunità
spagnola di Tangeri, che sta scomparendo a poco a poco, ed
esplorare il senso di appartenenza, ma anche raccontare quella
capacità di vivere insieme che è così naturale, ancora oggi.
Certo, lo stato attuale del mondo mi spaventa. Il modo in cui le
barriere si alzano sono sempre più spaventose, ma io rimango
ottimista perché credo nell’essere umano”.
Touzani è ora impegnata nella scrittura di un nuovo film la
cui fase non le permette di anticipare nulla, ma ha annunciato
l’interpretazione di un personaggio nel prossimo lungometraggio
che ha co-scritto con il marito, il regista Nabil Ayouch.
(ANSAmed).
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