Ultima seduta della settimana in netto ribasso per i mercati azionari europei, dove è prevalsa l’avversione al rischio per l’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve americana, dopo alcune dichiarazioni che hanno sollevato dubbi su un taglio a dicembre, e per il timore che le valutazioni dei titoli tecnologici possano aver raggiunto in alcuni casi livelli insostenibili. Il FTSE MIB ha fatto peggio di tutti, appesantito dalle prese di profitto sui titoli bancari.
Sul fronte macroeconomico, in Eurozona la seconda stima del PIL del 3° trimestre ha confermato l’espansione congiunturale di +0,2%: la crescita è stata trainata soprattutto dalle sovra-performance di Spagna (+0,6%) e Francia (+0,5%), a fronte di una stagnazione (o contrazione) delle economie incidenti per circa il 49% sul PIL (fra cui Germania e Italia). A settembre l’avanzo commerciale dell’Eurozona è migliorato a 19,4 miliardi di euro da 1 miliardo di agosto: le esportazioni sono aumentate di +7,7% a/a e le importazioni di +5,3%.
I principali listini
Tra gli indici di Eurolandia contrazione moderata per Francoforte, che soffre un calo dello 0,69%, sotto pressione Londra, con un forte ribasso dell’1,11%, e soffre Parigi, che evidenzia una perdita dello 0,76%.
Pioggia di vendite sul listino milanese, che termina con una pesante flessione dell’1,70%; sulla stessa linea, profondo rosso per il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 46.575 punti, in netto calo dell’1,71%. In rosso il FTSE Italia Mid Cap (-1,19%); sulla stessa tendenza, in discesa il FTSE Italia Star (-1,25%).
I titoli italiani
In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Azimut (+3,50%, che respira dopo il tonfo di ieri), Recordati (+1,34%), Terna (+1,03%, a seguito della presentazione dei positivi risultati dei 9 mesi sotto la gestione di Giuseppina Di Foggia) e Snam (+0,67%). I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Unicredit, che ha archiviato la seduta a -4,45%. Scende BPER, con un ribasso del 3,81%. Preda dei venditori Banca Popolare di Sondrio, con un decremento del 3,55%. Si concentrano le vendite su Banco BPM, che soffre un calo del 3,27%.
Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Pharmanutra (+3,10%), Cembre (+2,93%), GVS (+2,61%) e doValue (+1,43%). Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Rai Way, che ha chiuso a -7,77%. Crolla WIIT, con una flessione del 5,66%. Vendite a piene mani su Reply, che soffre un decremento del 5,56%. Vendite su ERG, che registra un ribasso del 3,51%.
I dati USA in uscita
Dopo la fine dello shutdown, gli investitori attendono la pubblicazione di importanti dati macroeconomici statunitensi, su cui rimane ancora molta incertezza. Il primo importante dato ad essere pubblicato sarà il rapporto sull’occupazione di settembre, che sarà pubblicato molto probabilmente all’inizio della prossima settimana. Si prevede che i dati JOLT di settembre, il PCE e il PIL del terzo trimestre seguiranno entro circa una settimana. Il destino dei dati di ottobre rimane meno chiaro, poiché il lockdown ha interferito con i periodi di raccolta dati. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) potrebbe ricevere alcune risposte per l’indagine sulle aziende di ottobre (utilizzata per calcolare le buste paga non agricole) mentre raccoglie i dati di novembre. Tuttavia, l’indagine sulle famiglie, utilizzata per calcolare il tasso di disoccupazione, è completamente assente.
Il giudizio di Moody’s sull’Italia
Venerdì, Moody’s dovrebbe rivedere il suo rating sovrano dell’Italia. Questo potrebbe rappresentare un altro passo importante nel trend costruttivo che ha caratterizzato la valutazione complessiva del merito creditizio dell’Italia. Tra le principali agenzie di rating, Moody’s rimane la più cauta, assegnando ancora all’Italia un rating Baa3, a causa delle preoccupazioni per l’elevato debito pubblico del Paese. Questo, unito a un leggero aumento del costo del servizio del debito e a sfide strutturali come l’invecchiamento della popolazione, continua a gravare sul rating. A maggio, Moody’s ha rivisto l’outlook da stabile a positivo, riflettendo un miglioramento della traiettoria fiscale e un contesto politico interno stabile.










