Continua il calo dello spread tra Btp e Bund tedeschi. Dopo il giudizio positivo di Moody’s, che ha alzato il rating dell’Italia per la prima volta in più di due decenni, il differenziale tra i titoli di Stato del nostro Paese e quelli della Germania si è riportato, in apertura, a 75 punti base, per poi risalire leggermente.
Nonostante questo i rendimenti continuano a essere relativamente alti, grazie soprattutto ai tassi di interesse ancora lontani dai livelli pre-pandemia. In questo contesto anche la Banca d’Italia ha certificato la sicurezza del debito pubblico italiano.
Le conseguenze dello spread basso
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi continua a rimanere attorno ai 75 punti base. Un segnale di stabilità per l’Italia, che ha ricevuto un’importante promozione da parte dell’agenzia di rating Moody’s. Venerdì 21 novembre il giudizio sul debito pubblico del nostro Paese è passato da Baa3 a Baa2 dopo 23 anni dall’ultima modifica positiva. Un risultato frutto soprattutto dell’attenzione ai conti pubblici delle ultime manovre finanziarie, che hanno riportato l’Italia all’interno della soglia del 3% del rapporto deficit/Pil.
Queste valutazioni sono fondamentali per il nostro Paese, perché rassicurano gli investitori sulla capacità dello Stato di ripagare il proprio debito. Questo fa calare i rendimenti dei Btp, riducendo quindi la spesa per gli interessi sul debito, che è la prima voce di uscita nel bilancio dello Stato. In questo modo l’Italia può avviare un processo di riduzione del costo del debito che libera risorse per interventi sull’economia.
I vantaggi per gli investitori
Nonostante lo spread sia molto basso, i rendimenti dei titoli di Stato italiani non sono da sottovalutare. Il Btp benchmark a 10 anni rende circa il 3,45%. Una cifra a cui contribuisce il costo del denaro, rimasto alto nonostante i tagli ai tassi di interesse di riferimento operati dalla Bce negli ultimi mesi. Lo spread così basso nonostante i rendimenti è giustificato anche dalle difficoltà economiche della Germania, che hanno portato i Bund a interessi leggermente più alti che in passato.
Per gli investitori, questa combinazione è molto interessante. Da una parte i rendimenti si mantengono relativamente alti; dall’altra le agenzie di rating certificano che il rischio di comprare parti del debito italiano si sta abbassando sempre di più, rendendo sempre più remota la possibilità di non ricevere indietro il proprio investimento.
Il parere di Bankitalia
Anche la Banca d’Italia, nel suo recente rapporto sulla stabilità finanziaria, ha evidenziato come il debito italiano abbia fondamentalmente superato una fase critica cominciata nel 2008:
Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato a dieci anni italiani e tedeschi si è ulteriormente ridotto, portandosi su valori in linea con quelli osservati prima della crisi dei debiti sovrani del decennio scorso. La stabilità del quadro macrofinanziario beneficia della moderata ripresa del credito, della tenuta dei redditi da lavoro, della bassa disoccupazione, della prudente impostazione della politica di bilancio, del contenuto debito privato e della posizione creditoria netta sull’estero.
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