I venti di ottimismo per la
trattativa sulla guerra in Ucraina hanno spinto i mercati
azionari del Vecchio continente: la Borsa migliore è stata
quella di Francoforte, che ha chiuso con un aumento dell’1%,
seguita da Milano con l’indice Ftse Mib in crescita dello 0,95%
a 42.698 punti.
Bene anche Londra, Parigi e Madrid, tutte in rialzo dello
0,8%. Più cauta Amsterdam, salita comunque dello 0,6%. Solido il
listino azionario di Mosca, cresciuto dell’1,1%.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni è in contrazione:
il differenziale ha concluso la seduta a 72,7 punti base contro
i 74,6 dell’avvio, non lontano da quota 71,7 raggiunta il 13
novembre, il minimo da metà 2008. Il rendimento del prodotto del
Tesoro è al 3,39%.
Forte l’euro, che cresce di mezzo punto percentuale a 1,158
contro il dollaro. Tranquillo il Bitcoin ancora abbondantemente
al di sotto di quota 90mila dollari.
Nel settore energia, il prezzo del gas è in ribasso sul
mercato di Amsterdam: il future sul metano con consegna a
dicembre ha chiuso in calo dell’1,2% a 29,3 euro al Megawattora.
Debole anche il petrolio, che scende di oltre l’1% sotto i 58
dollari al barile.
In questo contesto in Piazza Affari tra i titoli principali
il migliore è stato Buzzi salito del 6%, con Nexi cresciuto del
4,8% in scia alle indiscrezioni su un possibile arrotondamento
della quota di Cdp. Bene anche Mps (+3,6%), Stellantis (+3,5%),
Unicredit (+2,7%) e Mediobanca, salita del 2,6% finale.
Piatta invece Tim (+0,2%), con Enel in calo dello 0,9%.
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