Aumenti salariali da 205 euro in quattro anni, flessibilità, crescita dei flexible benefits, garanzie per il contrasto alla precarietà, formazione. L’ipotesi di accordo del contratto dei metalmeccanici firmata da Federmeccanica/Assistal e i sindacati Fim, Fiom e Uilm lascia soddisfatte entrambe le parti dopo una trattativa non stop di 4 giorni e una lunga e altalenante vertenza di 17 mesi, che ha visto anche oltre 40 ore di sciopero e manifestazioni.
In ballo c’erano le regole per il prossimo triennio che coinvolgono 1,5 milioni di lavoratori in Italia, un pezzo importante del sistema dei contratti collettivi del paese. Sia i sindacati sia le associazioni dei impresa hanno sottolineato i punti di equilibrio del contratto che tiene conto delle esigenze delle due parti: il recupero dell’inflazione, le garanzie e la salvaguardia del contratto nazionale da un lato e dall’altro manteere la competitività del sistema produttivo italiano minacciato dai dazi, il caro energia e l’instabilità geopolitica.
Nella nota congiunta dopo la firma i segretari generali di Fim-Fiom-Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella hanno così sottolineato come “sia stata una trattativa molto sofferta, ma siamo riusciti a superare le distanze e a firmare un buon contratto. Abbiamo salvaguardato il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici e rafforzato diritti e tutele. L’incremento salariale, l’inizio di una sperimentazione sulla riduzione dell’orario di lavoro e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari erano i nostri capisaldi e li abbiamo ottenuti”.
Per Simone Bettini di Federmeccanica “la nostra volontà è sempre stata chiara: firmare il Contratto, tenendo al contempo bene a mente qual è la situazione nella quale ci troviamo, perché il rinnovo del Ccnl deve sempre essere contestualizzato, calato cioè nella realtà del momento”, aggiungendo come l’intesa rispetti “le due condizioni per noi imprescindibili: Competitività e Sostenibilità.” E per Roberto Rossi di Assistel ha prevalso “il senso di responsabilità dimostrato da tutte le Parti coinvolte”. Questo “ha consentito il raggiungimento di un accordo fondato su equilibrio e resilienza.La parte economica prevede quindi un aumento di 205 euro per l’intera vigenza contrattuale: 177euro sui minimi nei prossimi tre anni (53 euro/mese nel 2026, 59 euro/mese nel 2027 e 65 euro/mese nel 2028) a cui si aggiungono i circa 28 euro già erogati a giugno 2025. Previsto anche un aumento da 200 a 250 euro l’anno dei flexible benefits che, sempre nel periodo 2021-2028 raggiungono così la somma di 1750 euro netti per ciascun addetto.
Previsto poi l’ampliamento a 96 delle ore/anno per l’orario plurisettimanale “per meglio bilanciare i carichi di attività e contestuale innalzamento a 128 ore del tetto tra plurisettimanale e straordinario in quote esenti” e “Aumento dei Permessi annuali retribuiti a fruizione collettiva da 5 giorni (40 ore) a 7 giorni (64 ore) annui per tutti i lavoratori e corrispondente riduzione dei Par a fruizione individuale. È stato previsto che i contratti a termine possano superare i 12 mesi di durata a fronte di specifiche causali; dal 2027 le causali potranno essere usate se stabilizzati almeno il 20% dei precedenti contratti a tempo determinato. Viene quindi inserito un termine di durata ai contratti di somministrazione a tempo indeterminato.
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