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Home Mondo Economia

Scontro sull’ex Ilva. Sindacati, vogliono chiuderla

di Redazione Espresso Italia
12/11/2025
Scontro sull’ex Ilva. Sindacati, vogliono chiuderla

 Non c’è nessun piano del governo: si vuole solo chiudere l’ex Ilva. I sindacati sono durissimi all’uscita del confronto con l’esecutivo sulla fabbrica di Taranto dopo una giornata di discussioni dalla quale è emerso che la cassa integrazione per i lavoratori a gennaio potrebbe arrivare a quota 6.000 con un aumento consistente già entro fine dicembre: da 4.550 a circa 5.700 unità, con integrazione del reddito, a causa della rimodulazione delle attività.In serata, alla chiusura non serena delle trattative, interviene anche Palazzo Chigi: il Governo esprime rammarico per il fatto che la proposta di proseguire il confronto sull’ex Ilva, anche relativamente agli aspetti tecnici emersi nel corso della discussione, non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali”. “L’Esecutivo conferma in ogni caso la disponibilità a proseguire l’approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi, sollevati dalle stesse organizzazioni sindacali alle proposte avanzate dal Governo per la gestione operativa dell’azienda in questa fase transizione”.
Ma i sindacati parlano senza sfumature di un progetto di “chiusura” nonostante le rassicurazioni di un potenziale “segreto” nuovo acquirente. E pesa oltretutto la cassa integrazione.La riunione dal ministro Adolfo Urso era stata sospesa come richiesto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, che aveva presieduto l’incontro. Mantovano, dicevano fonti presenti all’incontro, aveva spiegato che da domani a partire dalle era necessario un approfondimento tra governo, tecnici e commissari per meglio analizzare le questioni presentate al tavolo. Ma i sindacati ribaltano il tavolo e domani – annunciano – saranno dai lavoratori a raccontare cosa è successo. La “chiusura” dell’ex Ilva, dicono.
Intanto, da quello che si è appreso, l’ulteriore ricorso alla Cig dal primo gennaio sarà dovuto al fermo delle cokerie per i lavori necessari alla decarbonizzazione. Ma ai sindacati le spiegazioni non sono bastate. Non li ha convinti nemmeno l’annuncio di una trattativa “segreta” con un nuovo soggetto interessato a rilevare gli impianti. Secondo quanto riferito da fonti sindacali Urso avrebbe parlato di quattro soggetti potenzialmente interessati al gruppo siderurgico, citando ancora Baku Steel più i due fondi che si sono fatti avanti a settembre: Flacks Group e Bedrock. A questi andrebbe aggiunto un altro soggetto che starebbe portando avanti una trattativa coperta da estremo riserbo.
Oggi le richieste sono state ribadite all’Esecutivo nel corso della riunione alla quale hanno partecipato oltre al governo e ai sindacati anche i rappresentati delle Regioni Piemonte, Liguria e Puglia, e i rappresentanti di Invitalia.I sindacati non sono diplomatici alla fine della riunione. La Fim Cisl parla di “situazione drammatica”. Più duro il segretario della Fiom, Michele De Palma: “Il governo ha presentato di fatto un piano di chiusura. Ci sono migliaia di lavoratori che finiscono in cassa integrazione, non c’è un sostegno finanziario al rilancio e alla decarbonizzazione.Abbiamo deciso unitariamente come Fim, Fiom e Uilm di andare dai lavoratori e spiegare che contrasteremo la scelta del governo con tutti gli strumenti possibili”. “Non c’è nulla – ha chiosato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – Nè c’è un piano industriale. Hanno parlato di piano ‘corto’: perchè il tempo che rimane prima della chiusura è molto breve.Quindi abbiamo deciso di andare dai lavoratori e spiegare che questo piano non si puo’ discutere o emendare. E’ un piano inaccettabile perchè parte da un presupposto: portare alla chiusura dell’ex Ilva. E noi non vogliamo essere responsabili di questo. Finora li abbiamo seguiti: ora condannano i lavoratori a una chiusura inesorabile”. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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