Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Guido sei pronto? Andiamo!». Era diventato una sorta di rituale tra di noi amici e colleghi del Sole24Ore assistere allo scambio di battute tra Franco Colasanti e Guido Compagna. Ogni mattina, dopo la consueta lettura dei giornali, i due inseparabili colleghi si avviavano verso la Camera per tornare poi nel pomeriggio al giornale ricchi di spunti, notizie, aneddoti, battute. Un giornalismo vero, autentico, basato sui contatti e sulle fonti, asciutto e sempre ben documentato, quello di Guido e Franco.Una passione autentica per la politica«Mi stai dando una notizia tremenda», mi dice al telefono l’inseparabile Franco. «Abbiamo vissuto una vita insieme». Colto, raffinato, Guido con la tipica intelligenza e leggerezza della migliore tradizione culturale napoletana, una passione autentica, a tratti viscerale per la politica, come ha raccontato in passaggi davvero densi di emozioni e di vita vissuta nel suo recente libro Quando eravamo liberali e socialisti, cronache familiari di una bella politica, un libro che ha dedicato alla moglie Elena e al ricordo dei suoi genitori.Loading…Per trent’anni Il Sole è stata la sua seconda casaNegli anni della sua malattia e negli ultimi mesi non mancava mai la domanda finale: come va al giornale? Il Sole24Ore è stato per trent’anni la sua seconda casa. Anni che ha raccontato sia come cronista sindacale, sia come giornalista politico a tutto tondo con notevole competenza, curiosità e capacità di analisi che si univa a quel giusto distacco, quel tocco di ironia da autentico gentiluomo che ci faceva sorridere.La nostalgia del «barone» per quando la politica era «buona politica»«Eh, se lo dici tu, caro barone», già quel titolo nobiliare di cui si vantava per gioco, come un retaggio di altri tempi. Nostalgia per quando la politica era la «buona politica» raccontata nel libro? Sì, certamente, ma sempre con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, come quando racconta del suo rapporto speciale con il padre Francesco: «Avevo non più di otto anni la prima volta che parlai seriamente di politica con mio padre». Erano i giorni, a cavallo del 1953 e l’inizio del 1954 in cui Francesco Compagna, illustre meridionalista, preparava la sua rivista politica «Nord e Sud», ed era appena uscito dal Partito liberale, in seguito alla scissione della sinistra interna che non approvava lo spostamento a destra. Già, disse il giovane Guido, e adesso «per chi voteremo?».Gli studi nello storico liceo Umberto di NapoliE poi lo storico liceo Umberto di Napoli, la breve militanza nella federazione giovanile socialista sezione Chiaia Posillipo, i primi tentativi di giornalismo politico, la scissione del Psiup e i difficili rapporti con la sinistra socialista, la crisi delle ideologie, Tangentopoli, l’unificazione socialista «tra entusiasmo e delusione» e il suo fallimento. A «Nord e Sud», ricorda Guido, ci si dava del voi, alla napoletana.