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Armi dell’Italia a Kiev, frenata di Salvini: «Rischio corruzione». Scontro con Crosetto

di Redazione Espresso Italia
15/11/2025

Ascolta la versione audio dell’articoloNon ha mai nascosto le sue perplessità sulla continuazione dell’invio di armi a Kiev. Questa volta il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, per rilanciarle ha colto l’occasione del caso di corruzione che ha coinvolto i due ministri della Giustizia e dell’Energia di cui Zelensky ha chiesto la testa. Salvini: armi a Kiev? Non vorrei si alimentasse corruzione «Mi sembra che stiano emergendo gli scandali legati alla corruzione, poi coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con quei soldi dei lavoratori, dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione» ha detto il vice premier Matteo Salvini rispondendo ai giornalisti in merito alla richiesta Usa di acquisto di armi per Kiev. «La via di soluzione – ha detto al termine di un sopralluogo nel porto di Napoli – è quella indicata dal Santo Padre, da Trump. Dialogo, mettere intorno a un tavolo Zelensky e Putin e far tacere le armi. Non penso che l’invio di altre armi risolverà, il problema mi sembra che quello che sta accadendo nelle ultime ore con le avanzate delle truppe russe, ci dica che è interesse di tutti, in primis dell’Ucraina, fermare la guerra»Loading…Crosetto a Salvini: non si giudica Kiev per due corrotti A stretto giro la replica di Guido Crosetto, fermo sulla necessità di non far mancare sostegno militare all’Urcaina. Dopo una premessa conciliante («Capisco le preoccupazioni di Salvini»), il ministro della Difesa, a Berlino alla Riunione del Gruppo dei Cinque alla quale partecipano Germania, Francia, Italia, Polonia e Gran Bretagna, ha scandito: «Io non giudico un paese per due corrotti esattamente come gli americani e gli inglesi sbarcati in Sicilia non hanno giudicato l’Italia per la presenza della mafia ma sono venuti ad aiutare gli altri italiani, quelli onesti. Esattamente quello che facciamo anche noi in Ucraina. E ci auguriamo che i delinquenti ucraini siano messi in galera, insieme ai russi possibilmente». Tanto più che «gli attacchi russi si rivolgono nel 93% dei casi contro obiettivi civili. Non c’è nulla di militare. Si tratta di una guerra della Russia contro i cittadini ucraini. E l’Europa lo ha capito dal primo momento. Per questo siamo al fianco dell’I’Ucraina» ha aggiunto Crosetto, sottolineando che la guerra va avanti solo «per la volontà di espansione di Putin»Tajani: a breve firmeremo nuovo pacchetto aiuti a KievAvanti con gli aiuti militari a Kiev, dunque. Tanto più che è stato lo stesso ministro degli Esteri Antonio Tajani ad annunciare stamattina, che, riguardo agli aiuti dell’Italia all’Ucraina «è già pronto un nuovo pacchetto che firmeremo nelle prossime ore». «Dobbiamo lavorare per costruire la pace e siamo assolutamente convinti che su questo si possano fare dei passi avanti», ha aggiunto Tajani. Nei giorni scorsi Tajani ha annunciato che oltre al 12esimo pacchetto di aiuti militari, saranno inviati nuovi generatori per riabilitare le centrali elettriche colpite ed aiutare la popolazione a superare l’inverno. «L’Italia ha stanziato finora oltre 100 milioni di euro per la resilienza energetica ucraina, fra contributi e crediti d’aiuto per la ricostruzione del sistema energetico, la transizione verde e la protezione delle infrastrutture critiche», ha spiegato riconfermando l’impegno per l’assistenza alle forze armate ucraine». I pacchetti militari precedenti hanno puntato sul rafforzamento delle capacità di difesa aerea, settore che è stato riconosciuto fondamentale per la protezione dei civili e delle infrastrutture critiche.Il Consiglio supremo di DifesaIl tema delle armi all’Ucraina potrebbe essere uno dei temi sul tavolo del prossimo Consiglio di Difesa convocato dal presidente della Repubblica per dopodomani, che ha come ordine del giorno l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso e delle iniziative di pace, con particolare riferimento all’Ucraina ed al Medio Oriente. Ma anche la valutazione delle minacce ibride con riferimento alle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’Unione Europea e dell’Italia

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