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Giustizia, Grosso presidente onorario Comitato no al referendum: “E’ battaglia dei cittadini”

di Redazione Espresso Italia
01/11/2025
Giustizia, Grosso presidente onorario Comitato no al referendum: “E’ battaglia dei cittadini”

A meno di 24 ore dal via libera definitivo alla riforma costituzionale della giustizia e dall’avvio da parte del centrodestra dell’iter per la raccolte firme per il referendum, il ‘Comitato a difesa della Costituzione e per il No al referendum’, promosso dall’Associazione nazionale magistrati (Anm), scende in campo con la presentazione ufficiale del presidente onorario, Enrico Grosso, avvocato e professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino.

“Abbiamo costituito un soggetto autonomo, un Comitato nato su sollecitazione dei magistrati, ma che non è un Comitato dei magistrati: è aperto a tutti, avvocati, professori e cittadini”, ha detto il presidente esecutivo Antonio Diella. Il Comitato vuole esprimere una “posizione chiara di contrarietà” alla riforma spiegando le ragioni. “La struttura è pensata per essere presente sui territori – ha sottolineato- ci siamo posti la sfida di parlare con i cittadini”. “Non possono farne parte politici o chi ha ricoperto incarichi politici: è un segnale chiaro, il Comitato non vuole entrare nella polemica destra-sinistra o maggioranza-opposizione – ha continuato Diella – Gli inviti a non schierarci, a non andare a rimorchio, li abbiamo superati già all’atto della costituzione di questo Comitato”. “Non è un Comitato di casta ne’ una corporazione – ha proseguito – Abbiamo deciso di affidare la presidenza onoraria a un costituzionalista proprio per dare un segnale sull’importanza dei valori in gioco”.

E a spiegare i motivi che lo hanno spinto ad impegnarsi in prima persona è lo stesso Grosso: “C’è stata una mistificazione delle parole; questa è stata presentata come la riforma della separazione delle carriere, ma la separazione delle carriere è uno specchietto per le allodole”. La “minaccia ben più grave” è che si tratta della “riforma della garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura”.

“Il punto vero che si tocca è il Csm, sotto tre profili fondamentali: viene duplicato e depotenziato, sorteggiato nella componente togata e gli viene sottratta la funzione disciplinare – continua il costituzionalista –
Questo serve a realizzare il disegno complessivo di indebolire il principio di autonomia e indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato e in particolare da quello politico”. “Ho accettato con entusiasmo (un ruolo nel Comitato ndr) perché credo che questa debba essere la battaglia dei cittadini contro una riforma costituzionale sbagliata e non possa e non debba diventare una battaglia dei magistrati contro il governo o la maggioranza”, ha concluso Grosso che quindi è pronto a metterci la faccia e si dice “aperto al confronto con chiunque”.

All’indomani delle parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ieri aveva raccolto l’invito di ‘SkyTg24’ dicendosi “apertissimo” a un confronto tv con Anm, lo stesso segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Rocco Maruotti, stamattina ospite a ‘Start’ su ‘SkyTg24’, ha confermato che “l’Anm ci sarà e ci sarà anche con il suo Comitato”. Dal segretario generale è arrivato poi un nuovo affondo sulla riforma: “Non serve per migliorare l’efficienza della giustizia o per rendere le sentenze più giuste; è una riforma che serve a silenziare la magistratura e a sottoporre la magistratura, ancora di più il magistrato requirente, a una forma di controllo”.

Lo stesso presidente dell’associazione, Cesare Parodi, ospite a ‘L’Aria che tira’ ha sottolineato: non è vero che diciamo sempre di no e ”nessuno ha mai detto che tutto va benissimo, né io né i colleghi che conosco in tempi recenti. Quello che diciamo è che se ci sono delle criticità andrebbero risolte con modi e strumenti diversi. Sono criticità che questa riforma non modifica assolutamente”.

Di convinzione opposta il presidente dell’Unione delle Camere penali (Ucpi) Francesco Petrelli, tra i sostenitori della legge: “La parità delle parti dipende dalla terzietà del giudice”, ha sostenuto aggiungendo che “non è possibile che l’arbitro indossi la maglia di una delle squadre in campo
”. “L’Italia nel mondo è un Paese singolare rispetto a tutti gli altri Paesi con un codice accusatorio come il nostro”, ha continuato Petrelli riferendosi al fatto che non era stata ancora introdotta la separazione delle carriere.

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