Il sostituto procuratore di Lodi
Giulia Aragno ha chiesto condanne per un totale di 11 anni e 3
mesi di reclusione nel processo di primo grado per il
deragliamento del treno Frecciarossa 1000 Milano – Salerno,
avvenuto alle 5.30 del mattino del 6 febbraio 2020 in
corrispondenza del deviatoio 5 del Posto movimento Livraga, nel
Basso Lodigiano, sulla linea ad alta velocità Milano – Bologna.
La pena più elevata, 2 anni e 10 mesi, è stata richiesta per
Valerio Giovine, che dal 2019 era Direttore produzione di Rfi.
Per l’operaio di Alstom accusato di aver invertito due fili nel
montaggio di un attuatore per scambi la richiesta è di un anno e
11 mesi, per il collaudatore della stessa azienda che non si
sarebbe accorto dell’errore di montaggio vengono chiesti 2 anni
di reclusione.
Per i dirigenti di Alstom Andrea Morganti, ritenuto dalla
Procura responsabile della procedura di collaudo, e Francesco
Muscatello, le richieste di pena sono rispettivamente di 2 anni
e 4 mesi e di un anno e 11 mesi.
Nel deragliamento, avvenuto a 298 chilometri orari, persero
la vita i macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, dieci
tra le persone a bordo riportarono lesioni gravi. Il Noif della
polizia ferroviaria e i consulenti della Procura di Lodi hanno
individuato la prima causa nel cablaggio sbagliato interno a un
attuatore prodotto da Alstom a Firenze che poche ore prima i
manutentori di Rfi avevano installato sullo scambio numero 5.
“Ma più condotte colpose si sono sommate”, ha sottolineato
il pm. Due operai installatori di Rfi sono già stati giudicati
separatamente per rito abbreviato, accusati di non aver
effettuato la prova di concordanza finale prima di dare il via
libera alla riapertura della linea, per una pena di un anno e 8
mesi di reclusione.
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